vaccino – Swissact, il portale del Ticino. News e ultime notizie dal Ticino, Svizzera e estero. https://www.swissact.com News e ultime notizie in tutti i settori: politica, cronaca, economia, sport, svizzera, esteri Fri, 19 Mar 2021 17:53:50 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Swissmedic chiude un occhio sugli effetti collaterali del vaccino, anzi due! https://www.swissact.com/swissmedic-chiude-un-occhio-sugli-effetti-collaterali-del-vaccino-anzi-due/ Fri, 19 Mar 2021 17:50:47 +0000 https://www.swissact.com/?p=2938 Nei primi due mesi del 2021, solo in Svizzera sono stati ufficialmente identificati 597 casi specifici di effetti collaterali del vaccino genetico contro il coronavirus (link alla pubblicazione di Swissmedic). 177 sono classificati come pesanti, le vittime non sono state incluse in queste statistiche, poiché le autorità sono tenute a pubblicare questi dati.

Ai sensi dell’articolo 59 par.3 della Legge federale svizzera sui medicinali (Heilmittelgesetz), devono essere segnalati solo gli effetti collaterali specifici e gravi dei medicinali, di conseguenza, come sottolinea la stessa Swissmedic, la statistica di 597 casi non tiene conto delle “usuali” conseguenze negative (ad es. Mal di testa, dolori articolari, vampate di calore). Anche i casi che i medici stessi hanno deciso di non segnalare non vengono conteggiati.

Un’altra statistica è ancora più spiacevole: gli effetti collaterali di un vaccino genetico contro il coronavirus sono 10 volte! più comuni degli effetti collaterali di un vaccino antinfluenzale (in base ai dati del 2019).

Nonostante il pericolo di dieci volte, Swissmedic ha deciso non solo di non innalzare gli standard per l’ammissione di sostanze genetiche prodotte in fretta e furia. Il 4 marzo 2021 ha anche deciso che i test di sicurezza per le nuove varianti del vaccino non erano necessari. Ed accettato solo i dati sulla fase di test. In altre parole, il vaccino può essere consentito anche quando è testato su 20mila soggetti sperimentali.

C’è un consenso nella comunità scientifica sul fatto che il test su 20.000 persone non è statisticamente sufficiente per stabilire in modo affidabile la probabilità di morte e gli effetti collaterali (gravi e non gravi).

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La Svizzera ha rifiutato il vaccino contro il coronavirus Russo! https://www.swissact.com/la-svizzera-ha-rifiutato-il-vaccino-contro-il-coronavirus-russo/ Mon, 15 Feb 2021 17:41:43 +0000 https://www.swissact.com/?p=2781 L’ambasciatore russo in Svizzera sostiene che il suo paese ha offerto il vaccino alla Svizzera. Ma il ministero della Salute, secondo quanto riferito, ha totalmente ignorato l’offerta.

L’ambasciatore, Sergei Garmonin, dichiara di aver offerto il vaccino russo, chiamato Sputnik V per ben due volte all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) il 17 agosto e il 22 dicembre 2020, senza ricevere nessuna risposta.

Abbiamo nuovamente informato l’UFSP che l’efficacia del vaccino era superiore al 90 percento, e che il suo prezzo era di circa dieci dollari per confezione oltre all’indicazione per la sua conservazione tra 2 e 8 gradi Celsius”, dice Garmonin. “Abbiamo dato inoltre la nostra disponibilità nel considerare un preordine per la Svizzera”.

Ma Berna non ha risposto a nessuna delle offerte della Russia!

Tuttavia, l’agenzia di autorizzazione dei farmaci, Swissmedic, ha affermato che la Russia non si era mai avvicinata alla Svizzera, un’accusa che Garmonin ha nettamente negato.

L’UFSP sta ora affrontando una raffica di critiche per la sua mancata risposta e per l’ottusità nel trattare la situazione.

La Svizzera ha rifiutato il vaccino contro il coronavirus Russo!

Molti tra esperti sanitari e politici sostengono che le autorità federali hanno torto nell’escludere il vaccino russo a favore di quelli prodotti in Occidente: Pfizer / BioNtech, Moderna, AstraZeneca, Curevac e Novavax.

Martin Bäumle del Partito Liberale dei Verdi dichiara: “Quando ho sollevato la possibilità di utilizzare il vaccino russo l’estate scorsa, ho ricevuto molti commenti negativi “, aggiungendo che probabilmente un aspetto “ideologico o geopolitico” sta influenzando la decisione del governo.

Anche Andreas Faller, avvocato specializzato in diritto sanitario, ha criticato l’operato dell’UFSP “ha il dovere di esaminare tutte le offerte di vaccini“. Dice.

Secondo la consigliera del Partito popolare svizzero Therese SchläpferL’approccio dell’UFSP è scioccante” aggiungendo che “la corsa al vaccino è enorme ed importante e non tenere in considerazione un’offerta è irrispettoso nei confronti della Russia e della popolazione svizzera

Il vaccino Sputnik V “Sembra sicuro ed efficace”, secondo la rivista medica britannica Lancet, con un tasso di efficacia di oltre il 90 per cento, simile a Pfizer / BioNtech e Moderna, i due vaccini attualmente utilizzati in Svizzera.

Le autorità svizzere hanno affermato che i vaccini a RNA di Moderna e Pfizer sembrano essere più efficaci contro le nuove varianti del virus. Ma non necessariamente più efficienti di Sputnik, che utilizza altre tecnologie.

Al momento però le dosi Pfizer e Moderna scarseggiano, causando ritardi negli appuntamenti in molti cantoni, forse sarebbe il caso di tenere in considerazione anche altre possibilità come quella offerta dalla Russia.

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La vaccinazione obbligatoria è probabilmente una violazione dei diritti umani https://www.swissact.com/la-vaccinazione-obbligatoria-e-probabilmente-una-violazione-dei-diritti-umani/ Mon, 15 Feb 2021 16:58:04 +0000 https://www.swissact.com/?p=2778 Si dice che la vaccinazione contro il coronavirus sia l’unico modo per porre fine alla pandemia (questo non è vero!). Tuttavia, l’inoculazione con un vaccino preparato in fretta non solo può rappresentare una minaccia per la salute umana, ma può essere considerato una grave violazione dei diritti costituzionali degli abitanti della Confederazione.

La Commissione etica nazionale (NEK) svizzera si oppone alle vaccinazioni obbligatorie contro il coronavirus. Secondo il dipartimento (riferimento NEK), la coazione a vaccinare può essere considerata una ” violazione sproporzionata dei diritti umani fondamentali“.

NEK si oppone alle vaccinazioni obbligatorie, anche per alcuni gruppi di popolazione. Ad esempio le persone a rischio non hanno nessuna garanzia che la vaccinazione possa proteggere in modo permanente dalla reinfezione da coronavirus.

Secondo infovac: “Non si sa ancora se la vaccinazione impedisce solo di ammalarsi o se impedisce anche di essere contagiosi. Pertanto, l’igiene delle mani, la distanza interpersonale o l’uso della maschera sono ancora consigliati per il momento, per precauzione, anche per chi è stato vaccinato“. (rif. Infovac)

La vaccinazione obbligatoria è una violazione dei diritti umani in SvizzeraVi sono inoltre seri dubbi inerenti la durata del vaccino. “Non si sa ancora se la protezione dura diversi mesi o diversi anni. Non è quindi escluso che una vaccinazione di richiamo possa essere necessaria dopo 1, 2, 3, 5 o 10 anni“.

Si noti che anche il personale medico svizzero non ha fretta di farsi vaccinare, i medici temono effetti collaterali sconosciuti, inclusa una reazione immunitaria acuta.

La Commissione invita Berna a non fare distinzioni tra residenti in Svizzera vaccinati e non vaccinati. Dato che non vi è alcuna garanzia al 100% di prevenire un’ulteriore trasmissione del virus, la discriminazione attraverso l’introduzione di certificati di vaccinazione non dovrebbe mai essere tollerata.

Tuttavia, i dipendenti di Swiss Airlines temono già le vaccinazioni obbligatorie, l’equipaggio dell’aeromobile non esclude che dovrà scegliere tra il lavoro e la propria salute.

“Sono contrario alla vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus. Se si arriva a questo, andrò in tribunale “, ha rilasciato in un’intervista un pilota Swiss.

Un altro funzionario di Swiss Airlines è fiducioso che le autorità non obbligheranno le persone a vaccinarsi. Anche una hostess svizzera, con cui ha parlato 20Min, si oppone alla vaccinazione obbligatoria. Secondo lei, non ci sono ancora prove scientifiche che il vaccino possa prevenire totalmente l’infezione da coronavirus. Pertanto per il momento, non ha senso farsi vaccinare.

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Pfizer qualche dubbio sul Vaccino https://www.swissact.com/pfizer-qualche-dubbio-sul-vaccino/ https://www.swissact.com/pfizer-qualche-dubbio-sul-vaccino/#comments Thu, 21 Jan 2021 10:28:50 +0000 https://www.swissact.com/?p=2478 di Paolo Becchi e Giulio Tarro

Paolo Becchi e Giulio Tarro ci spiegano l'efficienza dei cavvini

La storia dell’umanità è stata forgiata da micidiali microorganismi. In passato catastrofiche epidemie come la peste – che in Europa nel medioevo uccise i due terzi della popolazione – o il vaiolo, unite a quello che a quei tempi era un alto tasso di natalità, hanno permesso il ripopolamento, in determinate aree del nostro pianeta, di persone caratterizzate da gruppi sanguigni particolarmente resistenti a microbi come la yersinia pestis o virus come il variola virus. Solo a partire dalla fine dell’Ottocento la medicina è stata in grado di scoprire gli agenti eziologici delle principali malattie a carattere epidemico e a mettere in atto strategie per contenerle.

Perché vaccinarsi
Innanzitutto, le vaccinazioni. Il principio sul quale si basano i vaccini è, come è noto, inoculare nel soggetto sano quantità attenuate (o parti di questo) dell’agente patogeno, del virus insomma, in modo da suscitare nell’organismo una reazione immunitaria capace di proteggerlo. Oltre a questo beneficio ve ne è un altro altrettanto importante: la vaccinazione del singolo individuo riduce il numero dei soggetti che possono trasmettere l’infezione, perché chi si vaccina non solo non si ammala ma non è in grado di trasmettere l’infezione. Si può raggiungere, quindi, quella che è stata definita “’immunità di gregge” (herd immunity), la quale finisce con il fornire una tutela anche ai soggetti che non sono stati vaccinati. Una qualsiasi vaccinazione per poter proteggere una comunità deve interessare una grande percentuale degli individui che la compongono; in taluni casi il vaccino può anche provocare gravi effetti sulla salute delle persone sottoposte alla vaccinazione, ma col tempo i progressi fatti nella preparazione dei vaccini tradizionali hanno ridotto di molto i rischi. Nessun dubbio quindi sull’utilità e l’efficacia dei vaccini.

Cos’è un vaccino?
Ma cosa è precisamente un vaccino? Il vaccino viene definito come “mezzo biologico di difesa antinfettivo adoperato per stimolare le reazioni immunitarie verso infezioni batteriche o virali”. Questa una delle definizioni più diffuse. Il meccanismo mediante cui agisce il vaccino è quello di stimolare la produzione degli anticorpi specifici per se stesso, in modo da neutralizzare l’effetto biologico, cioè contagio ed effetto patologico, sull’organismo ospite. Ci sono diversi tipi di vaccini, nel caso attuale, per la verità, forse anche troppi. Ma una differenza ci pare oggi fondamentale. Alcuni utilizzano virus, altri no. I vaccini più tradizionali sono quelli cinesi e indiani, a virus disattivato, ma anche il vaccino prodotto dai russi utilizza un adenovirus come vettore contenente le istruzioni per produrre la glicoproteina “spike” che permette al virus di legarsi alle cellule umane, che utilizzerà successivamente come fotocopiatrici per creare nuove copie di se stesso. Il nostro sistema immunitario impara a riconoscere la proteina del virus “ibrido” e meno aggressivo, conservando la memoria dell’agente incontrato.

Ma come funzionano i “vaccini” di Pfizer e Moderna che ora vengono impiegati in Italia? La tecnica di iniettare non un virus ma frammenti di RNA messaggero (mRNA) consiste nell’utilizzare una molecola speculare al Dna del virus per la produzione delle proteine costituendi la particella virale che ha il fine di indurre la glicoproteina “spike” del coronavirus, che viene usata per i recettori Ace2 delle cellule bersaglio al fine di produrre questi antigeni nelle nostre cellule mediante l’informazione dell’mRNA. Viene quindi stimolata la produzione di anticorpi specifici come le immunoglobuline nei riguardi di questi antigeni specifici virali per stabilire l’immunità del soggetto vaccinato. Si tratta dunque una nuova terapia genica, mai utilizzata prima d’ora, basata sua molecola che contiene le istruzioni per la sintesi nell’organismo umano di nuove proteine le quali dovrebbero permettere di resistere meglio all’attacco dello stesso virus.
Questa nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino entrata da tempo nell’uso? Insomma, stanno vaccinando o stanno sperimentando su vastissima scala un nuovo farmaco? La nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino come “mezzo biologico”, mentre qui si tratta di un nuovo farmaco basato su frammenti di una molecola speculare al Dna? Sono domande lecite e non si dica che la “scienza” abbia già fornito le risposte, perché la “vera” sperimentazione di questo nuovo farmaco comincia adesso con le vaccinazioni. E solo tra diversi anni, forse, sapremo che effetti ha prodotto.

Vaccino, effetti collaterali
Non è vero, si obbietta, ci sono stati i trial clinici che hanno consentito l’approvazione del farmaco. Ci sarebbe molto da dire al riguardo, ad esempio che essi non includevano pazienti con malattie acute o instabili e pochi erano i soggetti volontari over ottanta. Inoltre la produzione del vaccino genico è iniziata – a quanto pare – ben prima dei risultati dei trial. Infine il dottor Peter Doshi, scienziato dell’Università del Maryland, il 4 gennaio 2021 ha pubblicato sul British Medical Journal, come anche riportato dal New York Times, uno studio sui vaccini della Pfizer e Moderna che tra l’altro riporta l’efficacia dal 19 al 29% e non al 95% come da loro affermato. Insomma, persino sull’efficacia sono stati avanzati dubbi. Ma il problema più grande – a nostro avviso – riguarda la sicurezza di questi “vaccini”.

Chi può oggi escludere che questi “vaccini” non possano indurre una risposta infiammatoria non specifica nei riguardi dell’mRNA che aumenta la risposta specifica ed immune? Sappiamo che nel caso di una infezione virale che infetta i linfociti, produttori degli anticorpi, vengono sintetizzate nuove proteine umane chiamate fattori di trascrizione. In altre parole, alcune regioni del genoma del virus si legano al genoma delle cellule umane. Questa unione virale con i fattori di trascrizione umana modificano l’espressione dei geni virali vicini. Si è visto di recente che viene messo in opera un meccanismo di attivazione di alcuni geni umani associati che predispongono al rischio di malattie autoimmuni, come il lupus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali, il diabete di tipo 1, l’artrite idiopatica giovanile e la malattia celiaca. Inoltre, nei soggetti in età fertile l’RNA messaggero potrebbe indurre modifiche sugli spermatogoni o sugli ovuli con prospettive di alterazioni genetiche nei feti che solo il tempo potrà essere in grado di escludere. Non è forse questa la ragione per cui questo tipo di vaccino viene sconsigliato alle donne incinte, come pure viene sconsigliata la gravidanza fino a due mesi dopo la sua inoculazione? Ma allora perché non sconsigliare questo farmaco non solo alle donne incinte ma anche ai soggetti in età fertile?

Ora però dopo quello che è successo in Norvegia in questi giorni pare che anche per gli anziani ci siano problemi. In Norvegia si sta cercando di approfondire il decesso di 23 persone anziane che sono decedute dopo il “vaccino” contro il coronavirus prodotto dalla Pfizer – BioNtech. Si presume che gli effetti collaterali comuni possano contribuire ad un peggioramento delle patologie gravi nelle persone anziane. Tali decessi hanno fatto sì che il “vaccino” Pfizer non venga più inoculato in Norvegia nei pazienti anziani “molto fragili” evidentemente perché c’è il sospetto che il vaccino dia loro il colpo di grazia. Anche negli Stati Uniti ci sono già 55 morti avvenute dopo l’uso di vaccini che utilizzano l’RNA messaggero.

Dobbiamo correre tutti questi rischi di fronte ad un farmaco approvato in fretta e furia, che al momento ci viene di fatto imposto come unico vaccino, anche se propriamente non è un vaccino? Un vaccino inventato da una piccola azienda tedesca biotecnologica, sino a ieri con i conti in rosso, che da tempo senza successo lavorava su quella molecola RNA per altri fini e che ora grazie all’americana Pfizer (seconda tra le Big Pharma mondiali) si è trasformata nel “viagra” dei vaccini? Un “vaccino” che garantisce una breve immunità individuale e che quindi dovrà essere ripetuto a distanza circa di un anno, e che tra l’altro non è neppure in grado di impedire agli stessi vaccinati la trasmissione del virus? E ancora, perché l’Italia non ha prodotto un suo vaccino a virus inattivato o a vettore virale e invece dobbiamo diventare le cavie di Pfizer, con il rischio, tra l’altro, di non avere nei tempi prescritti la seconda dose del vaccino che è indispensabile per la sua efficacia? Perché non offrire ai cittadini italiani la possibilità di scegliere tra un vaccino tradizionale e questo nuovo farmaco? Perché il 25 % dei medici o forse più – non sarebbe male un sondaggio al riguardo di Alessandra Ghisleri – non vorrebbe fare il Pfizer o il Moderna?

Beninteso, noi non abbiano niente in contrario riguardo alle ricerche su questa molecola che è capace di interagire con molte altre molecole, abbiamo solo dei dubbi sul fatto che essa possa funzionare come un vaccino e non siamo gli unici ad avere questi dubbi. Una genetista francese che da tempo si occupa dell’RNA, la dottoressa Alexandra Henrion-Caude, che dirige in Francia un Istituto di ricerca genetica, ha di recente manifestato dubbi analoghi. La produzione di proteine è regolata da alcuni interruttori, l’epigenoma, che dicono alle cellule di leggere le informazioni contenute nel gene. Questi interruttori accendendosi e spegnendosi agiscono sulla metilazione. Questo può succedere nel nostro organismo anche quando vi introduciamo la molecola RNA messaggero. Ora, elevati livelli di metilazione producono una inattivazione, un “silenziamento”, di quei geni oncosoppressori che ci proteggono dai tumori. Anche di questo bisognerebbe tener conto.
Amarcord. I vaccini antipolio, tipo Sabin che si somministravano per via orale contengono virus attenuati che moltiplicandosi per un breve periodo nell’intestino, determinano la produzione di anticorpi e quindi l’immunizzazione. Chi faceva questo vaccino era immune per lungo tempo o forse addirittura per sempre e immunizza anche gli altri. Chi oggi si vaccina con Pfizer o Moderna si immunizza per pochi mesi, può infettare gli altri e non possiamo neppure escludere che metta a rischio la propria salute.

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