vaccini – Swissact, il portale del Ticino. News e ultime notizie dal Ticino, Svizzera e estero. https://www.swissact.com News e ultime notizie in tutti i settori: politica, cronaca, economia, sport, svizzera, esteri Fri, 16 Apr 2021 05:36:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Il paradigma del profitto https://www.swissact.com/il-paradigma-del-profitto/ Thu, 15 Apr 2021 11:25:43 +0000 https://www.swissact.com/?p=2982 Trovare parole per descrivere lo sconcerto e la delusione di fronte alle manovre per favorire una determinata casa farmaceutica piuttosto che un’altra, è faticoso per la quantità di energia da impiegare per controllare la rabbia ed il senso di impotenza di fronte alle stucchevoli notizie degli ultimi giorni.
L’unico motivo per cui si sono citati gli effetti collaterali di un vaccino e non degli altri (tra l’altro molto spesso simili in termini di numero e gravità) è di tipo economico: il vaccino AstraZeneca è molto meno caro degli altri.

Se si analizzano i dati forniti dalle agenzie di controllo nazionali negli stati dove si sono raggiunti numeri ragguardevoli di somministrazioni, nell’ordine di milioni di vaccinazioni, scopriamo che le differenze non ci sono anche se sono vaccini ingegnerizzati in maniera diversa. Perché screditare quindi un vaccino meno caro a scapito di altri più cari? Non esprimo la mia risposta ma lascio ad ognuno trarre le proprie conclusioni.

Voglio aggiungere un’altra considerazione che ben si inserisce sotto lo stesso titolo: l’obsolescenza programmata e cioè il costruire prodotti che hanno una durata predeterminata, che vanno sostituiti entro un predeterminato lasso di tempo. Questa strategia venne adottata, in principio, dai produttori di lampadine elettriche in quanto si accorsero che duravano moltissimo prima di smettere di funzionare o bruciare e questo non era profittevole, le loro casse non si riempivano come avrebbero voluto. Si incontrarono a Ginevra nel 1924 costituendo un cartello chiamato (Phoebus cartel) lo scopo era quello di imporre un limite di 1000 h per la durata di ogni lampadina (Rif.)

Programmare l’obsolescenza dei prodotti è uno dei settori dell’ingegneria meglio retribuiti dal dopoguerra, questo per garantire, a detta delle multinazionali, posti di lavoro e nuove idee ma, a mio avviso, é il modo più sicuro per fare profitti e programmarli.

L’industria delle sigarette è sempre stata una delle più profittevoli in quanto il loro prodotto finiva in fumo in breve tempo ed in più, non contenti, hanno usato additivi chimici per rendere ancora più efficace la dipendenza da esse.

Produrre farmaci contro malattie che sono presenti nei paesi più poveri, non crea profitti quindi si investe su malattie molto più “redditizie”; per esempio curare il disagio provocato da un ambiente stressante come quello delle città dei paesi ricchi è molto più profittevole che curare la malaria in Africa.

I farmaci ansiolitici e antidepressivi sono un business multimiliardario e le grandi multinazionali farmaceutiche ci investono milioni di dollari e sanno anche che quel tipo di stress non finirà mai per cui i loro composti chimici saranno sempre richiesti.

Con i metodi ed i materiali a disposizione attualmente, potrebbero essere prodotti oggetti praticamente eterni ma immagino che mai nessuno si preoccuperà di fabbricarli e metterli sul mercato. L’inquinamento causato da questa mania di profitto ad ogni costo, non viene quasi mai messo in discussione o è considerato in maniera talmente marginale da risultare quasi aneddotico, eppure se solo ci interessassimo un po’ vedremmo la drammaticità della situazione.

S.S.

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Ennesimo fallimento dell’unione europea. Un Flop annunciato. https://www.swissact.com/ennesimo-fallimento-dellunione-europea-un-flop-annunciato/ Wed, 03 Mar 2021 20:43:10 +0000 https://www.swissact.com/?p=2883 L’ennesimo fallimento dell’Unione Europea. Negli ultimi anni l’Unione Europea ha collezionato una serie di Flop che sicuramente hanno fatto perdere la fiducia ad ogni paese membro.
O quasi.

Partendo dalla fine, ovvero dalla gestione della pandemia l’Unione Europea si è dimostrata incapace di gestire in modo intelligente e democratico la crisi dovuta al Coronavirus.

Tutta Europa continua a restare chiusa in lockdown, la maggior parte delle nazioni sono rabbiose nei confronti della Commissione Europea, anche perché le previsioni per il 2021 sembrano destinate ad offrirci un anno tanto difficile quanto lo è stato il 2020. Creando una crisi economica dai risvolti sconosciuti e certamente lunghissima.

L’Unione europea sta affrontando un’accelerazione della crisi sanitaria, economica e politica a causa del persistente fallimento delle vaccinazioni sulla popolazione.

Tra alti tassi di infezione, ospedalizzazioni e decessi in molti Stati membri, l’economia dell’UE rimane parzialmente congelata, inoltre si stanno diffondendo più varianti di virus e la maggior parte della popolazione Europea punta il dito contro sia la Commissione europea, responsabile del flop nella fornitura di vaccini, che verso le aziende farmaceutiche incaricate di produrli. Le ragioni dell’attuale scompiglio dell’UE sono, tuttavia, molto più complesse.

All’inizio della pandemia, la commissione è stata incaricata di trattare l’acquisto dei vaccini COVID-19 per l’intera UE. Questo è stato il percorso politico più sensato, dal momento che l’alternativa sarebbe stata probabilmente una guerra di offerte sempre più frenetica tra gli stati membri.

Ma la commissione non aveva esperienza nella negoziazione di acquisti farmaceutici su larga scala e, a quanto pare, imparare sul campo, nel mezzo della peggiore crisi sanitaria europea degli ultimi 100 anni potrebbe non essere stata una buona idea.

Purtroppo come sovente accade quando si parla di UE il risultato è stato disastroso, arrivando addirittura al punto che molti stati membri stanno cercando di acquistare il Vaccino direttamente, trattandone direttamente prezzo e termini di consegna!

L’Unione Europea piuttosto che assumere esperti del settore che supervisionassero gli accordi sul vaccino con le compagnie farmaceutiche, come hanno fatto gli altri paesi, si è servita di normali negoziatori commerciali totalmente incapaci di una trattativa concreta e certamente interessati ad un lauto guadagno.

Questa decisione ha portato l’Ue a concentrarsi solo sul prezzo dei vaccini anziché domandarsi quando questi sarebbero stati effettivamente consegnati. Quando è diventato evidente che le compagnie farmaceutiche stavano distribuendo i vaccini agli altri stati che si erano mossi più velocemente pagando un prezzo più elevato, Ursula von der Leyen ha cercato di dare la colpa alle aziende farmaceutiche piuttosto che fare un Mea Culpa al penoso processo decisionale dell’Unione Europea ormai fallimentare sotto ogni punto di vista.

La Svizzera dal canto suo per quanto riguarda la gestione della pandemia e l’approvvigionamento dei vaccini è stata certamente un vero disastro, con la sua politica incerta basata sul passo del “Montanaro” ha perso troppo tempo ed ora si ritrova, pur essendo una nazione piccolissima con solo 8 milioni persone da vaccinare con meno del 10% della popolazione vaccinata!

Composta da 27 paesi, l’Unione europea consente la libera circolazione di beni, servizi e individui tra i suoi stati membri. Diciannove di questi paesi condividono anche l’euro come valuta comune.
fallimento unione europeaLa Svizzera per farne parte con accodi bilaterali a dir poco “stravaganti “paga in modo ingiustificato un sacco di soldi per non avere nulla, o pochissimo in cambio. Ma questa è la Svizzera!

La politica Europea è però guidata da una burocrazia contorta che non rappresenta adeguatamente i cittadini europei. Vi è un’assenza ampiamente riconosciuta di trasparenza nella funzionalità, con i cittadini che si sentono non rappresentati e inascoltati. Alcuni sostengono addirittura che la burocrazia viola la sovranità dei paesi membri, e probabilmente in diverse situazione è la verità.

La creazione di una moneta unica, sebbene conveniente ha però causato uno squilibrio incolmabile aumentando la concorrenza e rimuovendo i meccanismi di stabilizzazione naturali dei paesi.

Le continue svalutazioni interne e la diminuzione dei salari per aumentare l’attrattiva del settore manifatturiero hanno reso l’Eurozona estremamente vulnerabile ai problemi socioeconomici.

Ciò ha anche consentito a paesi come la Germania di ottenere una posizione privilegiata, controllando in modo assolutamente ingiustificato la produzione e facendo il creditore nei confronti della maggior parte degli altri stati.

Purtroppo la macchina Europa si è dimostrata, e si sta dimostrando come un’enorme “Slot Machine che mangia un sacco di soldi, è totalmente inutile, porta le persone alla povertà e rende ricchi solo pochi eletti.

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Il punto di fumo, o della teoria della montagna di M https://www.swissact.com/il-punto-di-fumo-o-della-teoria-della-montagna-di-m/ Mon, 01 Mar 2021 16:04:34 +0000 https://www.swissact.com/?p=2878 Della teoria “della montagna di M” si sono già spese spiegazioni interessanti, che per riassumere, mettono in discussione il rapporto tra colui che studia e approfondisce un argomento

In maniera critica, competente (e per questo necessariamente anche dubbiosa) e chi, ignorante, lancia affermazioni (o negazioni) sullo stesso tema, assolutizzando le espressioni, spesso indimostrate o indimostrabili, o appellandosi a misteriosi e incomprensibili meccanismi di libere associazioni di ragionamento (la supercazzola…)

Esempio: il negazionista del vaccino, tanto per rimanere su un tema di attualità, ti sfida dicendo che non è dimostrato che il vaccino sia la strategia per contrastare il Covid (vuoi perché l’hanno fatto troppo in fretta, vuoi perché è tutto un interesse delle case Farmaceutiche, vuoi perché è tutto un complotto di Bill Gates che ci vuole controllare a distanza, vuoi che ci mettono dentro il 5 G o forse anche i microchips , vuoi che è solo acqua distillata per imbrogliarci e far fuori tutti i vecchietti per selezione naturale….).

Di fronte a queste affermazioni, indimostrate e indimostrabili, se dall’altra parte c’è un professionista serio, ci si butta a capofitto per approfondire scientificamente queste confutazioni e cercare di far capire che le evidenze non confermano per nulla quanto dichiarato e che, fondamentale principio della scienza, l’assenza di evidenza non è evidenza di assenza.

E allora si sprecano tempo, energie e risorse per rimanere fedeli all’esigenza di una posizione seria e credibile e scientificamente sostenibile, mentre dall’altra parte si sparano solo sentenze ipotetiche e si lascia l’onere della dimostrazione (o confutazione ) a chi ha gli strumenti per farlo.

Il quale, forse, avrebbe voglia solo di concentrarsi su cose intelligenti e non perdere tempo a correre dietro ad ogni stordito con troppa o esagerata autostima.

Vero, la medicina NON E’ UNA SCIENZA ESATTA, ma almeno tenta di approcciare nei suoi ragionamenti, con percorsi tecnici, critici, che alla fine arrivino ad essere sufficientemente condivisi alla luce “..che non ci sono evidenze maggiori o migliori di quelle che possediamo adesso”, ma sempre pronti a rimettersi in discussione qual ora nuove informazioni (serie e confermate) emergessero dagli studi che, per inciso, per essere validi devono PER FORZA E PER CHIUNQUE seguire delle regole di precisione.

D’altra parte, ecco perché è impossibile discutere con un ignorante, perché ti porta al suo livello e ti batte sempre per esperienza.

Sono partito da questa lunga premessa (niente di nuovo, solo repetita juvant per rimanere sempre un po’ lucidi sulla questione) per raccontare di un episodio che ho avuto domenica scorsa, sul quale, senza stigmatizzare inutilmente ma anche con un po’ di sana ironia, vorrei aggiungere alcune riflessioni.

Dopo un buon pranzo, arrivano in tavola le chiacchere di carnevale, dolce tipico di questo periodo: discutendo con i presenti, ci si domanda quale sia il segreto per farle veramente buone e l’interlocutore in questione (persona intelligente, acculturata, laureata, anche spiritosa, di professione giornalista e personal chef) risponde con sapiente esperienza che il “segreto” è solo avere una buona quantità di olio e una elevata temperatura di frittura, prediligendo l’olio di arachidi perché il suo “punto di fumo” (temperatura alla quale l’olio degrada perdendo non solo le proprietà organolettiche, ma diventando anche sensibilmente tossico) è superiore a quello degli altri olii.

Chiacchera di carnevale, divagazioni sul Covid

ED ECCO LA QUESTIONE DEL PUNTO DI FUMO E DELLA MONTAGNA DI MERDA CHE PARTE in una discussione dove le due parti (la mia, che prova a sostenere con un po’ di retroscena biochimico, magari parzialmente dimenticato, ma sufficientemente ancora presente nelle reminiscenze di studio sull’olio di oliva come preferibile anche per le fritture e la sua, che partendo da un atteggiamento sentenzioso e anche un po’ “offeso”, assolutizza sulla certezza dell’olio di arachidi)

Sentenzioso, perché la frase è stata “due cose so nella vita, una di queste è il punto di fumo dell’olio”, da offeso, perché si è sentito messo in discussione su un tema su cui evidentemente si sente fortissimo.

Con buona pace del punto di fumo (argomento anche di una certa complessità, che necessita di una certa quantità di approfondimenti per interpretare le variabili del grado di acidità, del tempo di riscaldamento, del contenitore, del volume, dei diversi tipi di cibo che vengono fritti, certamente tutti argomenti di competenza anche del mio interlocutore), si cerca da parte sua senza troppa fortuna di sostenere le affermazioni appellandosi ad articoli su internet (non certamente Lancet, o BMJ o Nature, ma autori che per quanto credibili andrebbero sempre interpretati…).

La morale (che non c’è, sarebbe pretenzioso anche da parte mia) o meglio la riflessione rimane la stessa:

a 57 anni di età, con circa 10 anni di scolarità universitaria (laurea, 2 master, un dottorato di ricerca), un decennio speso (tutt’ora) come professore universitario, una posizione di tutor per dottorandi di ricerca, 20 anni di attività clinica in ospedale e la fortuna di collaborazioni con professionisti ben più bravi e competenti di me, senza falsa modestia mi sento molto più impreparato oggi rispetto ai miei 30 anni; e non perché mi sia rincoglionito per una precoce senilità o Alzheimer, ma perché ho (credo) imparato che assolutizzare il sapere è molto ignorante, essere coscienti e disponibili a mettersi in discussione è, credo sempre io, la migliore premessa per crescere il proprio sapere.

Allora, facciamo che io da buon “dubbioso” mi riservo di approfondire (scientificamente) l’argomento del punto di fumo e, probabilmente arriverò a confezionare una conseguenza interpretativa un po’ meno assolutista e forse un po’ più credibile, senza “sentenze” che facciano inorridire la controparte.

…quando si perde il concetto di sapienza, quando si perde la capacità critica della discussione basata su elementi di seria dimostrabilità (quella scientifica, non quella di Wikipedia…), quando si perde la voglia di mettersi in discussione, accettando anche la possibilità di sbagliarsi e di cambiare idea (solo gli stupidi non lo fanno…), allora abbiamo raggiunto il NOSTRO PUNTO DI FUMO….

Appunto!

AM

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