pianeta – Swissact, il portale del Ticino. News e ultime notizie dal Ticino, Svizzera e estero. https://www.swissact.com News e ultime notizie in tutti i settori: politica, cronaca, economia, sport, svizzera, esteri Sun, 07 Mar 2021 16:57:29 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Intanto che ci preoccupiamo del COVID chi pensa al futuro del pianeta? https://www.swissact.com/intanto-che-ci-preoccupiamo-del-covid-chi-pensa-al-futuro-del-pianeta/ Sun, 07 Mar 2021 14:55:44 +0000 https://www.swissact.com/?p=2902 Dopo un anno di attenzione forzata sui problemi della pandemia da COVID-19, in pochi si sono occupati delle problematiche del pianeta in cui viviamo.
Probabilmente non ci siamo accorti delle condizioni di degrado che la terra sta avendo; come riportato da un interessante articolo della prestigiosa rivista Nature (Rif.): “…stiamo oltrepassando i punti di non ritorno uno dopo l’altro, sempre più velocemente, con conseguenze per la nostra vita che saranno immense e imprevedibili...” “In molti si diffonde la sensazione“, cita Krugmann sul New York Times, “che, non più eccezione, le catastrofi naturali stiano rapidamente diventando la nuova norma“(Rif.). È come se vivessimo intrappolati a metà tra il sentimento di un collasso ormai in corso e la paura di riconoscerlo appieno.

Quando pensiamo alla fine del mondo, ci vengono spesso in mente le immagini della più recente fantascienza distopica e post-apocalittica, ma si tratta spesso di simulazioni fortemente stereotipate e caricaturali: probabilmente il decadimento della civiltà, non sarà causato da uno stravolgimento unico e repentino come una crisi nucleare, una pandemia globale, una rivolta delle macchine o un’invasione aliena; semmai sarà il progressivo accumularsi di catastrofi ambientali locali che faranno regredire gli standard di vita degli esseri umani e metteranno in crisi l’ordine sociale.

I più fatalisti profetizzano che il crollo degli ecosistemi porterà l’umanità sull’orlo dell’estinzione – un po’ come avvenne 74 mila anni fa, quando a una portentosa eruzione del Toba (Rif.) seguì un inverno vulcanico che ridusse drasticamente la popolazione umana sul pianeta, forse fino a poche migliaia di individui.

Ma senza fare i nichilisti apocalittici, gli esseri umani hanno il dovere di allentare il loro impatto ambientale, non tanto imponendo limiti alla crescita e al consumo – come sostengono certi “ecologisti negativi” sin dagli anni Settanta – quanto attraverso radicali trasformazioni tecnologiche. La soluzione al riscaldamento globale è nella liberazione, non nella repressione del progresso tecnico della specie e, in modo particolare, nella responsabilità con cui verranno usate tali innovazioni.

Le attuali tendenze ecologiche suggeriscono di realizzare il “disaccoppiamento tra sviluppo sociale e impatto ambientale” (Rif.) con l’intensificazione tecnologica di molte attività umane – urbanizzazione, acquacoltura, desalinizzazione… – per diminuire l’utilizzo antropico di suolo, contenere le pressioni sulla biosfera e rendere meno distruttiva la nostra dipendenza dalle risorse naturali.

Questo processo di disaccoppiamento, scrivono gli autori ecologisti citati nel riferimento precedente, “scardina l’idea comune che la presenza dell’uomo primitivo sul pianeta Terra fosse più innocua di quella del suo omologo moderno”. A loro parere, le tecnologie ancestrali avevano un’impronta ambientale molto più rovinosa delle tecnologie in uso nelle società contemporanee. Ma nella prospettiva della “modernizzazione ecologica” non è nemmeno vero che le motivazioni estetiche e spirituali inducano ad avere cura della natura più dei convincimenti utilitaristici e se si riuscisse a promuovere l’eco-modernismo come nuovo tipo di economia, forse potremmo cambiare il destino del nostro pianeta.

S.S.

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La situazione attuale https://www.swissact.com/la-situazione-attuale/ Thu, 14 Jan 2021 18:44:59 +0000 https://www.swissact.com/?p=2300 Capire la situazione attuale del nostro pianeta e dire: “lo dicevo” è troppo semplicistico, ma i presupposti di una probabile catastrofe erano già deducibili da diverso tempo:
Infettivologi e biologi erano preoccupati per i cicli statistici delle malattie virali ed in più occasioni venne citata la famosa pandemia del 1918-20 chiamata “spagnola”, pensando fosse partita da quel paese.

Le proiezioni stabilivano che ogni 100 anni circa le pandemie si ripresentassero. Inoltre diversi studi scientifici, già alla fine degli anni ’90, segnalavano diversi rischi riguardo il ritorno di patologie ormai lontane come la TBC o il vaiolo e specialmente, a causa dei cambiamenti climatici e dell’antropizzazione scriteriata del pianeta, il passaggio sempre più rapido e frequente di malattie virali di origine animale in particolare i virus di tipo respiratorio. Il fatto che il territorio a disposizione degli animali in natura, sia sempre meno disponibile, ha fatto si che si avvicinassero sempre di più all’uomo, aumentando il rischio non solamente delle zoo-antroponosi ma anche delle antropo-zoonosi e cioè il passaggio di patogeni animali agli uomini e di patogeni umani agli animali.

I teorici della crescita economica a tutti i costi, adesso per forza si ricrederanno ma non ho molta fiducia che il loro comportamento predatorio si modifichi o, quantomeno, si attenui ancora per molto tempo e sicuramente avranno già trovato il sistema di trarre vantaggio da questa situazione.

In questo periodo dove per forza siamo costretti in qualche modo ad interiorizzarci, sarebbe auspicabile facessimo un esame di coscienza e ci chiedessimo se vivere come abbiamo fatto finora, abbia ancora senso e non sia il caso, magari, di prenderci un po’ di responsabilità per il futuro del nostro pianeta che, senza fare del moralismo, è proprio nelle nostre mani.

Non sono d’accordo con i complottisti o con i populisti ma credo che se ognuno di noi vivesse nel rispetto del suo ambiente e delle altre persone la situazione non degenererebbe fino a questi punti.

Non credo in uno stato impresa, lo stato non deve avere un bilancio attivo, deve avere un bilancio in parità, se è in attivo vuol dire che non ha investito nella società, se è in passivo e nessun beneficio viene percepito dai cittadini, significa che qualcuno ha rubato, senza mezzi termini. Occorre rispondere alle esigenze di tutti non solo a quelle di coloro che hanno finanziato le elezioni!
S.S.

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