pfizer – Swissact, il portale del Ticino. News e ultime notizie dal Ticino, Svizzera e estero. https://www.swissact.com News e ultime notizie in tutti i settori: politica, cronaca, economia, sport, svizzera, esteri Sun, 21 Mar 2021 10:12:19 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Presi in giro solo per business? https://www.swissact.com/presi-in-giro-solo-per-business/ Sun, 21 Mar 2021 10:12:19 +0000 https://www.swissact.com/?p=2943 Sono sempre stato molto oggettivo nell’esporre informazioni e ho sempre usato dei dati ufficiali per creare le notizie che avete letto sul presente sito.
Nonostante ciò, molte volte, mi son chiesto se sia utile; penso che tutti siano a conoscenza della vicenda relativa al vaccino AstraZeneca Oxford che in questi ultimi giorni ha invaso le prime pagine dei quotidiani ed i titoli dei telegiornali e suppongo anche che vi siate fatti l’idea che potrebbe essere più rischioso inocularselo rispetto ad altri, ma non è così:

il RISCHIO È COMPARABILE SE NON IDENTICO tra i vari tipi di vaccini.

Come già avevo pubblicato in un articolo precedente (Rif.), i report provenienti dagli istituti nazionali di controllo, indicano chiaramente, che il rischio di trombosi a seguito di inoculo del vaccino, è in pratica sovrapponibile tra le diverse marche di produzione. Anzi se prendiamo in considerazione la trombosi come effetto collaterale del vaccino, i numeri riscontrati “sul campo” sono simili a quelli che statisticamente troveremmo, a parità di numero, normalmente nella popolazione.

Ma allora per quale motivo demonizzare un vaccino e non un altro? La risposta risiede, forse, nei meccanismi finanziari (borse, speculazione ecc…), e può anche darsi, che il mainstream mediatico abbia fatto la sua parte nel creare le condizioni per una speculazione finanziaria.

La domanda ironica che ora pongo è la seguente: come mai il vaccino Pfizer Biontech che ha praticamente ottenuto gli stessi numeri di casi di trombosi, non è stato nemmeno citato? A seguito della sospensione del siero vaccinale AstraZeneca, le dosi ordinate a Pfizer dall’Europa, sono passate da 100 milioni a 600 milioni ed il titolo in borsa è “volato” in alto; non è forse lecito chiedersi se ci sia qualcosa da chiarire?

Non sarebbe più saggio affrontare il problema chiedendosi se ci sono pazienti predisposti al rischio di trombosi e fare in modo che per loro si predispongano delle scorte di anticorpi monoclonali in modo da intervenire qualora si ammalassero di COVID-19?

Quando una nazione grande come la Germania sospende l’uso di un vaccino, seguendo “l’onda” della precauzione, e non si preoccupa di verificare il rischio intrinseco nell’uso dell’altro tipo di vaccino che viene prodotto da una consociata tedesca della Pfizer e cioè la Biontech, non ci viene almeno un dubbio?

Sono domande pleonastiche, forse, ma dal mio punto di vista, le risposte ad esse potrebbero aprire la mente a scenari diversi da quelli che ci presentano le informazioni che ci arrivano attraverso i media “ufficiali”.

S.S.

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I vaccini anticovid sono pericolosi? https://www.swissact.com/i-vaccini-anticovid-sono-pericolosi/ https://www.swissact.com/i-vaccini-anticovid-sono-pericolosi/#comments Sat, 13 Mar 2021 19:05:57 +0000 https://www.swissact.com/?p=2922 Premetto che io non sono una persona favorevole alle vaccinazioni ad ogni costo ma non sono nemmeno uno sprovveduto che pensa siano inutili. In questi giorni si sentono voci di effetti collaterali gravi su persone vaccinate, trombosi e coagulazione vascolare.

La maggior parte delle persone si spaventa e va in panico perché i mass-media ne parlano in termini allarmistici ma vediamo qualche dato oggettivo:
in Inghilterra, dove con il vaccino AstraZeneca/Oxford e Pfizer/Biontech si sono raggiunti i 10 milioni di inoculi per ciascun tipo, sono risultati, dai report inviati all’autorità di controllo dei medicinali del Regno Unito (MHRA), rispettivamente 45 casi di trombosi e 40 decessi per l’AstraZeneca/Oxford (Rif.) e 48 casi di trombosi e 27 decessi per il Pfizer/Biontech (Rif.)

Una trombosi è una condizione in cui si formano coaguli di varie dimensioni nei vasi sanguigni, impedendo la normale circolazione del sangue verso i tessuti. È un problema di salute che interessa numerose persone con particolari predisposizioni e che può riguardare anche i fumatori e in generale chi ha stili di vita poco sani. I casi di trombosi sono normalmente presenti tra la popolazione ed è quindi prevedibile che siano rilevati anche tra i milioni di individui che vengono vaccinati: ciò non indica che la causa sia il vaccino (Rif.).

È chiaro che gli accertamenti vanno fatti e gli eventuali nessi causali messi in risalto; guardando i numeri, però, dobbiamo ammettere che il numero degli effetti collaterali e della mortalità sono molto bassi per cui se desiderassimo vaccinarci potremmo farlo avendo la consapevolezza che siamo di fronte a percentuali paragonabili a quelle di qualsiasi farmaco che abbiamo preso durante la nostra vita.

Fare speculazioni dietrologiche o, come è di moda dire attualmente, complottistiche, non ha molto senso e diffondere notizie false che appaiano vere è altrettanto di cattivo gusto e di nessuna responsabilità.

Osservare i dati reali e trarre conclusioni in base ad un’analisi attenta degli stessi, invece, non è solamente auspicabile ma dovrebbe essere il modus operandi di tutti coloro che si occupano d’informazione.

Nel caso specifico dei vaccini anti-covid lo scopo dichiarato per il quale sono stati studiati e prodotti, non è quello di evitare i contagi, anche se in alcuni casi si è visto che sono diminuiti, ma quello di allontanare il più possibile il rischio di ingolfare le terapie intensive e contenere la sintomatologia in modo che essa si manifesti in maniera meno grave nelle persone più a rischio (Rif.).

Una via d’uscita la si può trovare solo con un approccio integrato fatto di: norme igieniche accresciute, uno stile di vita più salubre (sport leggero, alimentazione corretta, integratori vitaminici ecc…), vaccinazioni, terapie con anticorpi monoclonali e plasma iperimmune.

S.S.

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Pfizer qualche dubbio sul Vaccino https://www.swissact.com/pfizer-qualche-dubbio-sul-vaccino/ https://www.swissact.com/pfizer-qualche-dubbio-sul-vaccino/#comments Thu, 21 Jan 2021 10:28:50 +0000 https://www.swissact.com/?p=2478 di Paolo Becchi e Giulio Tarro

Paolo Becchi e Giulio Tarro ci spiegano l'efficienza dei cavvini

La storia dell’umanità è stata forgiata da micidiali microorganismi. In passato catastrofiche epidemie come la peste – che in Europa nel medioevo uccise i due terzi della popolazione – o il vaiolo, unite a quello che a quei tempi era un alto tasso di natalità, hanno permesso il ripopolamento, in determinate aree del nostro pianeta, di persone caratterizzate da gruppi sanguigni particolarmente resistenti a microbi come la yersinia pestis o virus come il variola virus. Solo a partire dalla fine dell’Ottocento la medicina è stata in grado di scoprire gli agenti eziologici delle principali malattie a carattere epidemico e a mettere in atto strategie per contenerle.

Perché vaccinarsi
Innanzitutto, le vaccinazioni. Il principio sul quale si basano i vaccini è, come è noto, inoculare nel soggetto sano quantità attenuate (o parti di questo) dell’agente patogeno, del virus insomma, in modo da suscitare nell’organismo una reazione immunitaria capace di proteggerlo. Oltre a questo beneficio ve ne è un altro altrettanto importante: la vaccinazione del singolo individuo riduce il numero dei soggetti che possono trasmettere l’infezione, perché chi si vaccina non solo non si ammala ma non è in grado di trasmettere l’infezione. Si può raggiungere, quindi, quella che è stata definita “’immunità di gregge” (herd immunity), la quale finisce con il fornire una tutela anche ai soggetti che non sono stati vaccinati. Una qualsiasi vaccinazione per poter proteggere una comunità deve interessare una grande percentuale degli individui che la compongono; in taluni casi il vaccino può anche provocare gravi effetti sulla salute delle persone sottoposte alla vaccinazione, ma col tempo i progressi fatti nella preparazione dei vaccini tradizionali hanno ridotto di molto i rischi. Nessun dubbio quindi sull’utilità e l’efficacia dei vaccini.

Cos’è un vaccino?
Ma cosa è precisamente un vaccino? Il vaccino viene definito come “mezzo biologico di difesa antinfettivo adoperato per stimolare le reazioni immunitarie verso infezioni batteriche o virali”. Questa una delle definizioni più diffuse. Il meccanismo mediante cui agisce il vaccino è quello di stimolare la produzione degli anticorpi specifici per se stesso, in modo da neutralizzare l’effetto biologico, cioè contagio ed effetto patologico, sull’organismo ospite. Ci sono diversi tipi di vaccini, nel caso attuale, per la verità, forse anche troppi. Ma una differenza ci pare oggi fondamentale. Alcuni utilizzano virus, altri no. I vaccini più tradizionali sono quelli cinesi e indiani, a virus disattivato, ma anche il vaccino prodotto dai russi utilizza un adenovirus come vettore contenente le istruzioni per produrre la glicoproteina “spike” che permette al virus di legarsi alle cellule umane, che utilizzerà successivamente come fotocopiatrici per creare nuove copie di se stesso. Il nostro sistema immunitario impara a riconoscere la proteina del virus “ibrido” e meno aggressivo, conservando la memoria dell’agente incontrato.

Ma come funzionano i “vaccini” di Pfizer e Moderna che ora vengono impiegati in Italia? La tecnica di iniettare non un virus ma frammenti di RNA messaggero (mRNA) consiste nell’utilizzare una molecola speculare al Dna del virus per la produzione delle proteine costituendi la particella virale che ha il fine di indurre la glicoproteina “spike” del coronavirus, che viene usata per i recettori Ace2 delle cellule bersaglio al fine di produrre questi antigeni nelle nostre cellule mediante l’informazione dell’mRNA. Viene quindi stimolata la produzione di anticorpi specifici come le immunoglobuline nei riguardi di questi antigeni specifici virali per stabilire l’immunità del soggetto vaccinato. Si tratta dunque una nuova terapia genica, mai utilizzata prima d’ora, basata sua molecola che contiene le istruzioni per la sintesi nell’organismo umano di nuove proteine le quali dovrebbero permettere di resistere meglio all’attacco dello stesso virus.
Questa nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino entrata da tempo nell’uso? Insomma, stanno vaccinando o stanno sperimentando su vastissima scala un nuovo farmaco? La nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino come “mezzo biologico”, mentre qui si tratta di un nuovo farmaco basato su frammenti di una molecola speculare al Dna? Sono domande lecite e non si dica che la “scienza” abbia già fornito le risposte, perché la “vera” sperimentazione di questo nuovo farmaco comincia adesso con le vaccinazioni. E solo tra diversi anni, forse, sapremo che effetti ha prodotto.

Vaccino, effetti collaterali
Non è vero, si obbietta, ci sono stati i trial clinici che hanno consentito l’approvazione del farmaco. Ci sarebbe molto da dire al riguardo, ad esempio che essi non includevano pazienti con malattie acute o instabili e pochi erano i soggetti volontari over ottanta. Inoltre la produzione del vaccino genico è iniziata – a quanto pare – ben prima dei risultati dei trial. Infine il dottor Peter Doshi, scienziato dell’Università del Maryland, il 4 gennaio 2021 ha pubblicato sul British Medical Journal, come anche riportato dal New York Times, uno studio sui vaccini della Pfizer e Moderna che tra l’altro riporta l’efficacia dal 19 al 29% e non al 95% come da loro affermato. Insomma, persino sull’efficacia sono stati avanzati dubbi. Ma il problema più grande – a nostro avviso – riguarda la sicurezza di questi “vaccini”.

Chi può oggi escludere che questi “vaccini” non possano indurre una risposta infiammatoria non specifica nei riguardi dell’mRNA che aumenta la risposta specifica ed immune? Sappiamo che nel caso di una infezione virale che infetta i linfociti, produttori degli anticorpi, vengono sintetizzate nuove proteine umane chiamate fattori di trascrizione. In altre parole, alcune regioni del genoma del virus si legano al genoma delle cellule umane. Questa unione virale con i fattori di trascrizione umana modificano l’espressione dei geni virali vicini. Si è visto di recente che viene messo in opera un meccanismo di attivazione di alcuni geni umani associati che predispongono al rischio di malattie autoimmuni, come il lupus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali, il diabete di tipo 1, l’artrite idiopatica giovanile e la malattia celiaca. Inoltre, nei soggetti in età fertile l’RNA messaggero potrebbe indurre modifiche sugli spermatogoni o sugli ovuli con prospettive di alterazioni genetiche nei feti che solo il tempo potrà essere in grado di escludere. Non è forse questa la ragione per cui questo tipo di vaccino viene sconsigliato alle donne incinte, come pure viene sconsigliata la gravidanza fino a due mesi dopo la sua inoculazione? Ma allora perché non sconsigliare questo farmaco non solo alle donne incinte ma anche ai soggetti in età fertile?

Ora però dopo quello che è successo in Norvegia in questi giorni pare che anche per gli anziani ci siano problemi. In Norvegia si sta cercando di approfondire il decesso di 23 persone anziane che sono decedute dopo il “vaccino” contro il coronavirus prodotto dalla Pfizer – BioNtech. Si presume che gli effetti collaterali comuni possano contribuire ad un peggioramento delle patologie gravi nelle persone anziane. Tali decessi hanno fatto sì che il “vaccino” Pfizer non venga più inoculato in Norvegia nei pazienti anziani “molto fragili” evidentemente perché c’è il sospetto che il vaccino dia loro il colpo di grazia. Anche negli Stati Uniti ci sono già 55 morti avvenute dopo l’uso di vaccini che utilizzano l’RNA messaggero.

Dobbiamo correre tutti questi rischi di fronte ad un farmaco approvato in fretta e furia, che al momento ci viene di fatto imposto come unico vaccino, anche se propriamente non è un vaccino? Un vaccino inventato da una piccola azienda tedesca biotecnologica, sino a ieri con i conti in rosso, che da tempo senza successo lavorava su quella molecola RNA per altri fini e che ora grazie all’americana Pfizer (seconda tra le Big Pharma mondiali) si è trasformata nel “viagra” dei vaccini? Un “vaccino” che garantisce una breve immunità individuale e che quindi dovrà essere ripetuto a distanza circa di un anno, e che tra l’altro non è neppure in grado di impedire agli stessi vaccinati la trasmissione del virus? E ancora, perché l’Italia non ha prodotto un suo vaccino a virus inattivato o a vettore virale e invece dobbiamo diventare le cavie di Pfizer, con il rischio, tra l’altro, di non avere nei tempi prescritti la seconda dose del vaccino che è indispensabile per la sua efficacia? Perché non offrire ai cittadini italiani la possibilità di scegliere tra un vaccino tradizionale e questo nuovo farmaco? Perché il 25 % dei medici o forse più – non sarebbe male un sondaggio al riguardo di Alessandra Ghisleri – non vorrebbe fare il Pfizer o il Moderna?

Beninteso, noi non abbiano niente in contrario riguardo alle ricerche su questa molecola che è capace di interagire con molte altre molecole, abbiamo solo dei dubbi sul fatto che essa possa funzionare come un vaccino e non siamo gli unici ad avere questi dubbi. Una genetista francese che da tempo si occupa dell’RNA, la dottoressa Alexandra Henrion-Caude, che dirige in Francia un Istituto di ricerca genetica, ha di recente manifestato dubbi analoghi. La produzione di proteine è regolata da alcuni interruttori, l’epigenoma, che dicono alle cellule di leggere le informazioni contenute nel gene. Questi interruttori accendendosi e spegnendosi agiscono sulla metilazione. Questo può succedere nel nostro organismo anche quando vi introduciamo la molecola RNA messaggero. Ora, elevati livelli di metilazione producono una inattivazione, un “silenziamento”, di quei geni oncosoppressori che ci proteggono dai tumori. Anche di questo bisognerebbe tener conto.
Amarcord. I vaccini antipolio, tipo Sabin che si somministravano per via orale contengono virus attenuati che moltiplicandosi per un breve periodo nell’intestino, determinano la produzione di anticorpi e quindi l’immunizzazione. Chi faceva questo vaccino era immune per lungo tempo o forse addirittura per sempre e immunizza anche gli altri. Chi oggi si vaccina con Pfizer o Moderna si immunizza per pochi mesi, può infettare gli altri e non possiamo neppure escludere che metta a rischio la propria salute.

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