facebook – Swissact, il portale del Ticino. News e ultime notizie dal Ticino, Svizzera e estero. https://www.swissact.com News e ultime notizie in tutti i settori: politica, cronaca, economia, sport, svizzera, esteri Mon, 25 Jan 2021 16:56:09 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Il nostro consenso è manipolato? https://www.swissact.com/il-nostro-consenso-e-manipolato/ Sun, 24 Jan 2021 16:31:12 +0000 https://www.swissact.com/?p=2494 Molti di noi si saranno spesso chiesti cosa spinga le persone a condividere i loro dati personali sui social network, ma una risposta precisa non credo sia facile darla. È vero che inizialmente si usavano per ritrovare i compagni di scuola e vedere che piega aveva preso la loro vita ma dopo un po’ ci si ritrovava a fare discussioni con persone che non si sono mai viste o con amici di amici con i quali, forse c’era qualche affinità.
Attualmente i social sono diventati come piazze di paese o bar  dove si fanno pettegolezzi e commenti e, dal momento che i creatori delle piattaforme informatiche hanno capito il business, sono diventate anche un centro di propaganda pubblicitaria e persino di politica e quest’ultima, il più delle volte, a nostra insaputa.

Vi ricordate l’affare Cambridge Analitica di qualche tempo fa, dove venne alla luce la manipolazione di alcune scelte politiche, fatta tramite proposte mirate estrapolate dal nostro uso dei social? Di seguito cito un pezzo del libro scritto da Christopher Wylie(1), uno dei membri della società di analisi dei dati che ho citato prima:

“…Anche se molti utenti tendono a distinguere ciò che succede online da ciò che capita nella vita reale, le informazioni ricavate dal loro uso dei social – il commento al finale di stagione di una serie tv, il like a una foto del sabato sera precedente, ecc… – nascono fuori dalla rete. Quelli raccolti da Facebook, per citare il social network più famoso, sono dati sulla vita di tutti i giorni.

E non fanno che aumentare perché l’esistenza delle persone passa sempre più attraverso Internet. Questo significa che spesso, un analista non ha nemmeno bisogno di fare domande basta creare un algoritmo capace di riconoscere schemi precisi nei dati caricati dall’utente. A quel punto il sistema riesce a individuare da sé pattern che altrimenti lo studioso non avrebbe mai notato. Gli utenti di Facebook si sono radunati e organizzati da sé in un unico luogo, in un solo modulo dati.

Non dobbiamo più collegare milioni di dataset; non servono complicati calcoli matematici per ricavare le informazioni mancanti: sono già al loro posto perché tutti caricano la propria autobiografia in tempo reale, proprio lì, sul sito.

Se qualcuno avesse cercato di creare da zero un sistema per osservare e studiare le persone, non avrebbe potuto fare meglio.
Anzi, uno studio dei 2015 di Kosinski, Stillwell e Wu Youyou(2) dimostrò che usando i like di Facebook, un modello informatico riusciva a prevedere il comportamento umano senza temere rivali. Con dieci like, il sistema anticipava il comportamento di un soggetto con più precisione dei suoi colleghi. Con centocinquanta like faceva meglio di un famigliare.

Con trecento like a disposizione, il modello mostrava di conoscere quella persona persino meglio del suo coniuge. In parte, ciò è possibile perché amici, colleghi compagni e genitori hanno in genere una visione limitata della nostra vita, e si rapportano con noi in situazioni in cui il nostro comportamento è influenzato da quella stessa relazione. È improbabile che i vostri genitori vi abbiano mai visti mentre vi scatenavate alle tre del mattino durante un rave, dopo un paio di pasticche di MDMA; e magari i vostri amici non sanno quanto siete riservati e deferenti in ufficio, con il vostro capo.”

Non è difficile capire che, se si è in grado di arrivare a questi punti, diviene facile pensare che tutto quello che ci viene proposto non sia magari stato accuratamente soppesato prima e che si sia verificato magari in una simulazione virtuale prima di arrivare a noi.

Avendo gli algoritmi appropriati. si potrebbe valutare prima l’impatto di una proposta di legge, simulandola con vari scenari e poi portarla in votazione avendo praticamente la matematica certezza che verrà approvata dalla maggioranza e, peggio ancora, si potrebbero prevedere quali eventi o restrizioni sarebbero più adatti ad una determinata parte di popolazione per far si che accettino determinati sacrifici che, diversamente, non approverebbero mai.
S.S.

(1)Christopher Wylie “Il mercato del consenso” Longanesi 2020
(2)Computer-based personality judgments are more accurate than those made by humans

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Dipendenza da Internet e’ ufficialmente diventata una malattia https://www.swissact.com/dipendenza-da-internet-ufficialmente-diventata-una-malattia/ https://www.swissact.com/dipendenza-da-internet-ufficialmente-diventata-una-malattia/#comments Thu, 14 Jan 2021 19:17:56 +0000 http://2A4C8066-8CFA-4CFE-8CB4-3AD41D8C25CB Mentre nel resto del mondo è ancora studiata e valutata, in alcuni paesi la dipendenza da Internet è ufficialmente diventata una malattia. Persino l’American Journal Of Psychiatry, la bibbia di chi lavora nel mondo della psichiatria, ha proposto l’aggiunta di una “dipendenza da Internet e videogiochi” al Manuale di diagnostica e statistica dei disordini mentali.

“L’era di Internet è iniziata solo da pochi decenni e ha già lasciato profonde tracce nella nostra psiche. La rete, i calcolatori, invadono gli spazi sacri della nostra vita quotidiana, anche quelli interiori”, spiega Nadia Giannalia, psicoterapeuta palermitana. “Internet non è la causa, ma semplicemente il sintomo di un disturbo della personalità che colpisce i soggetti avrebbero trovato altre dipendenze, comunque”.

Si può cominciare a parlare di Internet-dipendenza (net addiction) in senso patologico quando si superano le sei ore di navigazione al giorno e iniziano a manifestarsi sintomi l’insonnia, difficoltà a concentrarsi, stress fisico o mentale, irascibilità e desiderio incontrollato dell’on-line. Dietro le persone colpite da questa dipendenza si celano spesso storie di solitudine e di abbandono.

“Uno dei più frequenti bisogni di dipendenza nasce dal timore di essere abbandonati. I soggetti colpiti mostrano atteggiamenti adesivi, compiacenti, remissivi. Sono delle persone che prendono difficilmente delle iniziative, hanno sempre bisogno di una conferma o dell’approvazione altrui. Assumersi delle responsabilità è per loro di una difficoltà quasi insuperabile”, continua la psicoterapeuta. Spesso per gli affetti da net addiction le uniche vere relazioni sono quelle con il computer, su cui riversano ogni emozione. Per loro gli amici del web e le relazioni di rete sono reali.

Riescono persino a tollerare di essere “maltrattati” e di subire trattamenti spiacevoli o esperienze sgradite in chat, o cupe storie di sesso virtuale. “Anche questo scaturisce da una mancata fiducia in se stessi. Le vittime di questa dipendenza si sentono inette nella vita reale, mentre in rete assumono un ruolo, trovano un mondo parallelo, dove riescono a essere quello che nella vita reale non sono”, spiega ancora Nadia Giannalia. Non esistono ancora terapie o trattamenti specifici, e spesso i dipendenti da Internet non hanno alcuna percezione della loro malattia. “È molto difficile agganciarli – conclude la psicoterapeuta – perché si tratta di persone che in fondo si sentono realizzate. Chiusa la porta della loro stanza e acceso il computer, cominciano a vivere dentro una simulazione che li cautela dalla vita reale”.

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Twitter sospende l’account del presidente Trump https://www.swissact.com/twitter-sospende-laccount-del-presidente-trump/ Sun, 10 Jan 2021 17:59:16 +0000 https://www.swissact.com/?p=2271

“Dopo un’attenta revisione dei recenti tweet dell’account @realDonaldTrump e del contesto che li circonda, in particolare il modo in cui vengono ricevuti e interpretati dentro e fuori Twitter, abbiamo sospeso definitivamente l’account a causa del rischio di ulteriore incitamento alla violenza”, scrive Twitter in un proprio post.

Twitter ha bloccato temporaneamente l’account di Trump all’inizio di questa settimana a causa dei tweet che ha pubblicato sull’attacco al Campidoglio. Quei messaggi includevano un video in cui Trump sbraitava ed incitava i suoi seguaci sulla sua vittoria delle elezioni del 2020.

Trump ha ripreso il controllo del suo account un paio di giorni dopo, ma due tweet che ha immediatamente pubblicato hanno nuovamente violato le regole di Twitter. In uno, ha detto che coloro che hanno votato per lui nelle elezioni del 2020 ” saranno rispettati e non verranno trattati ingiustamente in alcun modo”. Ha inoltre pubblicato notizie dove avvertiva che non avrebbe partecipato all’inaugurazione di Joe Biden il 20 gennaio.

“A causa delle tensioni in corso negli Stati Uniti del 6 gennaio 2021, questi due Tweet devono essere interpretati nel contesto di eventi più ampi nel paese, e le dichiarazioni del presidente possono essere incitare alla violenza, nonché nel modo di comportamento avuto da questo account nelle ultime settimane”, dice Twitter.

Pertanto, la società ha stabilito che i post di Trump violavano le sue regole e inneggiano alla violenza, quindi @realDonaldTrump è stato sospeso in modo permanente dal servizio.

“La nostra convinzione è che i due tweet … probabilmente ispireranno altri a replicare gli atti violenti che hanno avuto luogo il 6 gennaio 2021 e vi sono molteplici indicatori nelle parole del presidente che incoraggiano a farlo”, dice Twitter.

Trump è stato anche bandito a tempo indeterminato da Facebook e Instagram.

In una dichiarazione, l’ACLU afferma che “dovrebbe interessare a tutti quando aziende come Facebook e Twitter esercitano il potere incontrollato di rimuovere le persone dalle loro piattaforme che ormai sono diventate dei veri indicatori politici.

Trump nel frattempo è passato all’account @POTUS per un thread di quattro tweet in cui ha detto che avrebbe potuto avviare la sua piattaforma di social media in modo indipendente, ma l’account è stato immediatamente disabilitato.

Sulla scia delle sospensioni dai social network tradizionali, Trump ha anche dovuto affrontare divieti da Twitch, Snapchat, Shopify e molti altri.

Probabilmente adesso Trump potrebbe provare ad aprire un account su Tic Toc e vederne il risultato.

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