Non occorre essere dei “cervelloni” per capire che se la libertà di movimento è concessa solo per motivi gravi o di lavoro, oppure per coppie residenti sotto il medesimo tetto, tutte le altre tipologie di rapporti vengono automaticamente esclusi. Facendo un esempio concreto: se lei vive in Italia e lui in Svizzera, hanno una relazione stabile ma mantengono le rispettive residenze, con le leggi anti-COVID non potranno più incontrarsi fino allo spegnersi completo dell’emergenza.
Nonostante l’introduzione delle vaccinazioni, i movimenti tra gli stati restano sempre limitati da norme severe: fare un tampone per poi recarsi all’estero ha senso per qualcuno che si trasferisce per un dato periodo ma gli incontri che si potevano avere dopo la giornata lavorativa, o passare una notte a casa di uno dei membri della coppia magari nel fine settimana, non è più attuabile.
Può darsi che il legislatore non abbia tenuto in particolare considerazione tali eventualità, probabilmente perché limitate alle zone di frontiera tra gli stati, e molti hanno accettato di buon grado il sacrificio, pensando ad una breve durata di tale periodo, ma ormai è passato quasi un anno e non è più accettabile che persone che magari si frequentano ed hanno una relazione da diversi anni, non possano più incontrarsi per così tanto tempo.
Speriamo che questo appello a politici e tecnici non resti inascoltato, perché quando le emergenze limitano la libertà individuale per periodi così lunghi, non sempre gli individui coinvolti riescono a mantenere un equilibrio mentale accettabile senza scivolare in atteggiamenti discutibili se non addirittura antisociali.
S.S.
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