cuore – Swissact, il portale del Ticino. News e ultime notizie dal Ticino, Svizzera e estero. https://www.swissact.com News e ultime notizie in tutti i settori: politica, cronaca, economia, sport, svizzera, esteri Mon, 25 Jan 2021 16:54:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Riparare un cuore dopo l’infarto… Adesso e’ possibile https://www.swissact.com/riparare-un-cuore-dopo-linfarto-adesso-possibile/ https://www.swissact.com/riparare-un-cuore-dopo-linfarto-adesso-possibile/#comments Mon, 25 Jan 2021 16:00:00 +0000 http://5BD67A7F-B943-413D-9CCF-F11FCCB1C79C Il cuore colpito da infarto si può’ riparare da solo. E’ la via italiana di una nuova terapia che ha scoperto come rieducare le cellule staminali cardiache a riparare il cuore danneggiato.

Infatti, le cellule staminali svolgono il delicato compito di aggiustare il muscolo cardiaco ma dopo un infarto le cellule non riescono più ad assicurare questa preziosa auto-riparazione. Studiosi italiani, dell’Università La Sapienza’ di Roma e del Laboratorio di Biologia Molecolare Europeo (EMBL) di Monterotondo, hanno scoperto perché le cellule smettono di funzionare correttamente ma anche hanno capito come metterle nelle condizioni di riparare il danno. L’ annuncio ‘ stato dato durante i lavori del Congresso della Società Italiana di Cardiologia da uno degli studiosi, il professore Antonio Musarà dell’Università La Sapienza’ di Roma.

“Con i nostri studi condotti insieme alla dottoressa Nadia Rosenthal dell’EMBL – dice Musarà, Professore associato di Medicina e Biotecnologie alla Sapienza – abbiamo capito perché le cellule staminali presenti nel cuore dopo un danno, come un infarto o un trauma, non svolgono più correttamente il loro compito. Infatti, invece di produrre tessuto funzionale contrattile che permette di riparare il danno, smettono di funzionare o addirittura producono tessuto fibrotico non funzionale. Questo succede perché l’infarto o il danno provoca un ambiente ostile all’attività normale delle cellule staminali. Quindi, abbiamo compreso che modificando l’ambiente subito dopo l’evento che ha provocato il danno, le cellule staminali possono riprendere la loro corretta funzione. Questo spiega anche perché molto spesso il semplice trapianto di cellule staminali non da i risultati sperati. Il fallimento potrebbe essere dovuto proprio all’ambiente non idoneo”.

Una volta scoperto che è l’ambiente a rendere le staminali residenti incapaci di funzionare correttamente si è reso necessario trovare il sistema per ripristinare un ambiente ideale. A questo punto si è ricorsi a fattori di crescita da introdurre nel muscolo cardiaco danneggiato. Si tratta del mIGF-1, che si è rivelato adatto a modificare l’ambiente, attivare le cellule staminali e recuperare efficientemente il danno. L’mIGF-1 è un fattore normalmente presente nei diversi tessuti dell’organismo ma in diverse condizioni patologiche la sua funzione viene a mancare. Sono incoraggianti i test sui modelli animali”.

“É una scoperta veramente molto importante   dice Francesco Fedele, Responsabile della Prima Cardiologia dell’Università La Sapienza di Roma perché apre una via nuova e fortemente innovativa soprattutto per un utilizzo ‘intelligente’ delle cellule staminali”.

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Una tecnica ripara gli organi danneggiati https://www.swissact.com/una-tecnica-ripara-gli-organi-danneggiati/ Tue, 15 Dec 2020 20:06:53 +0000 http://13B83E94-01EF-4D42-BF8E-FC30B41BFB1A Contro la carenza di organi trapiantabili, arriva dal Canada una tecnica che permette di riparare i polmoni danneggiati rendendoli idonei al trapianto.

L’innovativo metodo di perfusione ‘ stato ideato, e usato per la prima volta al mondo, dai camici bianchi del Toronto General Hospital. Gli esperti, come riportato dalla stampa canadese, hanno ‘riaggiustato’ un polmone danneggiato che lo scorso 5 dicembre ‘ stato trapiantato con successo in un paziente di 56 anni. La tecnica permette di mantenere in vita il polmone all’esterno del corpo del donatore, ad una temperatura costante di 37 gradi, fino a 18 ore: un tempo sufficiente per consentire ai medici di riparare i danni dell’organo rendendolo adatto al trapianto.

“Vedere che questi polmoni sono danneggiati e che 12 ore dopo sono perfetti é ‘ davvero affascinante – ha detto al National Post Shaf Keshavjee, coordinatore del team di medici – a livello mondiale questa strategia potra’ raddoppiare il numero di trapianti di polmone”. Ad oggi, infatti, solo il 15-20% dei polmoni donati rispondono ai criteri di idoneita’ necessari per procedere al trapianto.

Sono gia’ quattro i pazienti del centro canadese che hanno ricevuto polmoni trattati con questa nuova tecnica di perfusione, ma Andy e ‘ il primo al mondo ad aver ricevuto un polmone ‘riparato’, che senza questo metodo sarebbe stato letteralmente gettato via. Secondo i medici canadesi, in futuro potranno essere trattati anche altri organi, come fegato, cuore e rene.

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