“Sappiamo che molte persone non sono felici” questa è il pensiero del Consiglio federale, che imperterrito prosegue mantenendo la stessa linea delle scorse settimane, dimenticandosi che questa Pandemia non è destinata a finire a breve, ed invece di misure coercitive sarebbe necessario trovare un buon equilibrio e soprattutto darsi una mossa reale per migliorare la situazione vaccinale in stallo.
Il primo passo di allentamento arriverà il 1 ° marzo: i negozi potranno riaprire, 15 persone potranno incontrarsi di nuovo in privato. Come se oggi già non succedesse!
Ristoranti e Bar invece al momento rimangono chiusi, comprese le terrazze.
Il Consiglio federale vorrebbe uscire gradualmente dal blocco, ma non così rapidamente come richiedono i cittadini e le associazioni imprenditoriali. “La situazione epidemiologica resta fragile“, ha sottolineato il presidente dell’UDC Guy Parmelin davanti ai media. E così sarà ancora per mesi, le varianti del virus continueranno a diffondersi. “Questo ci preoccupa“, dice Parmelin. “Non possiamo ignorare questo sviluppo“.
“Sappiamo che molte persone non sono felici”, afferma Parmelin. Allo stesso tempo, ha avvertito: “Le aperture che stiamo valutando comportano anche rischi“.
Ed ecco come appare la prima fase di apertura del 1 ° marzo:
Dal 1° marzo potranno riaprire tutti i negozi, compresi musei, sale di lettura e biblioteche. Inoltre, saranno nuovamente accessibili le strutture per il tempo libero e l’intrattenimento all’aperto, vale a dire impianti sportivi, zoo, giardini botanici e parchi di divertimento.
Pub Bar e Ristoranti comprese le terrazze restano invece chiusi!
Fino a 15 persone potranno incontrarsi privatamente all’aperto. Anche lo sport senza contatto fisico è possibile, ma solo all’aperto: ad esempio sui campi di calcio o negli stadi di atletica, con un massimo di 15 persone presenti. Gli eventi, tuttavia, rimangono vietati, compresi gli eventi organizzati da club o come assemblea generale.
Per i bambini e i giovani fino a 16 anni, sono già stai fatti degli allentamenti nello sport e nella cultura. Il Consiglio federale sta ora aumentando il limite di età a 20 anni (fino all’anno 2001 compreso) e ampliando le offerte sportive e culturali consentite.
Seconda fase di apertura il 22 marzo
Una seconda fase di apertura dovrebbe seguire il 22 marzo, invece del 1 ° aprile come originariamente proposto. Se la situazione lo consentirà. In questo modo il Consiglio federale pensa di soddisfare in qualche modo le esigenze dei cittadini e degli ambienti economici. Sbagliandosi.
Dopo che avrà consultato i Cantoni, il 19 marzo il Consiglio federale vorrebbe prendere una decisione definitiva sulle riaperture.
Si discuterà sull’apertura dei ristoranti e bar ma solo con terrazza esterna, sulle attività sportive e culturali al coperto anche per gli adulti. E aumenterà anche il limite per le riunioni inerenti la sfera privata. “La regola di 5 persone è molto dura“, ha detto il ministro della Salute di Alain Berset.
“Non perdere più il controllo”
Tuttavia, il Consiglio federale deciderà per la seconda fase di apertura a seconda dello sviluppo della pandemia, per la quale include diversi parametri di riferimento: il tasso di positività dovrebbe essere inferiore al 5%, il tasso di occupazione delle unità di terapia intensiva con pazienti Covid-19 inferiore a 250 posti letto e il numero medio di riproduzioni negli ultimi 7 giorni inferiore a 1. Inoltre, l’incidenza degli ultimi 14 giorni il 17 marzo, non dovrebbe essere superiore a quella del 1° marzo.
“Il nostro obiettivo è aprire il più rapidamente possibile“, ha sottolineato ripetutamente Berset. Ma al momento i numeri non sono più in calo, la situazione resta instabile. “Stiamo correndo un rischio calcolato“. Ma molto dipenderà dal rispetto delle regole e dalla campagna di vaccinazione.
In pratica la situazione è molto incerta, il consiglio Federale sembra sempre più confuso, ma la vita deve continuare, non è possibile ipotecare una vita dignitosa con lo spauracchio continuo della Pandemia.
“Il Consiglio federale continua ad essere ostinato e ignora la volontà dei Cantoni e delle commissioni parlamentari“, scrive l’UDC in una nota odierna.
A quanto pare neppure le 250’000 firme raccolte in pochissimo tempo hanno avuto esito positivo.
Cosa fare adesso? Aspettiamo le nuove decisioni del governo!