La decisione di chiudere le scuole in Svizzera nella primavera del 2020 è stata una delle misure maggiormente efficaci per ridurre la mobilità e quindi la trasmissione del Covid-19, secondo uno studio svelato domenica. “La chiusura delle scuole ha ridotto la mobilità del 21,6%” ha affermato Stefan Feuerriegel, professore di informatica e management presso l’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo (ETHZ), che ha guidato lo studio. “La nostra analisi conferma che la chiusura delle scuole è una misura che riduce la velocità di circolazione del virus riducendo notevolmente anche gli spostamenti”,
Il primo fattore nella riduzione degli spostamenti è stato il divieto di raduni di più di cinque persone, che ha ridotto la mobilità secondo lo studio che non è stato sottoposto a revisione tra pari del 24,9%. Il secondo fattore è la chiusura di bar, ristoranti e altre attività non essenziali, con un calo del 22,3%.
Miliardi di micromovimenti studiati
Il team di ricercatori ha analizzato 1,5 miliardi di micromovimenti, tra il 10 febbraio e il 26 aprile 2020, utilizzando i dati degli operatori mobili svizzeri al fine di valutare l’impatto delle misure contro il Covid-19 sulla mobilità, i dati sono stati dati in formato totalmente anonimo.
Ciascuno dei 26 Cantoni aveva messo in atto misure restrittive prima che il Consiglio federale imponesse il confinamento parziale, compresa la chiusura delle scuole il 16 marzo. Tutte le scuole sono rimaste chiuse per circa due mesi prima di riaprire gradualmente con l’arrivo del caldo e della bella stagione.
“Se le scuole vengono chiuse, possiamo sperare in un grande cambiamento nel comportamento”, afferma Stefan Feuerriegel, che afferma di non essere sorpreso dall’impatto delle scuole. “Non solo i bambini rimangono a casa, ma a volte significa anche un cambiamento per i genitori”, aggiunge.
Tra le tante misure adottate in tutto il mondo per limitare la diffusione del virus, la chiusura delle scuole è stata una delle più controverse. I bambini corrono un basso rischio di sviluppare forme gravi di malattia, ma si sa poco sul loro ruolo nella trasmissione del virus ed è molto probabile che siano dei vettori nei confronti dei familiari e dei nonni.
I ragazzi pur avendo poche probabilità di contrarre il virus in modo grave, possono spesso essere portatori involontari, che una volta nel nucleo familiare alimenta in modo inconsapevole la pandemia.