Quando chiesero a Jonas Salk, colui che sviluppó i primi vaccini efficaci contro la poliomielite, chi ne detenesse il brevetto, lui rispose: “le persone, direi. Non c’è brevetto. Potremmo brevettare il sole?”; parole sagge ma attualmente completamente disattese.

Nonostante l’emergenza sia mondiale, le ditte farmaceutiche hanno brevettato i loro vaccini, ed i paesi poveri che magari, senza un brevetto, avrebbero potuto fabbricarsi i vaccini in proprio, per le loro necessità, ora si ritrovano in un doppio “cul de sac“: non possono costruirseli e non possono comprarseli, a causa dei brevetti e non solo per i costi ma proprio per la mancanza di dosi disponibili.

I paesi “ricchi” hanno cercato di accaparrarsi le forniture firmando contratti a nove cifre e ai paesi poveri è rimasto ben poco spazio per negoziare, al punto che si calcola che in 67 paesi a reddito medio-basso si potrà vaccinare solo 1 persona su 10 contro il Covid-19 nel corso del 2021 (Rif.)(sempre che tutti i vaccini più promettenti siano approvati nei tempi auspicati).
I vaccini attualmente in fase 3 della sperimentazione sono elencati nella tabella seguente (alcuni sono già stati autorizzati all’inoculo e sono usati già da qualche settimana):
TABELLA_ Dati disaggregati degli 8 vaccini candidati in fase 3 con accordi di fornitura in tutto il mondo

Entriamo in considerazioni specifiche: cosa deve fare un vaccino?
1 – Proteggere il soggetto vaccinato dal contagio da parte di un agente patogeno.
2 – Impedire che l’agente patogeno possa replicarsi nel soggetto vaccinato in modo che non ci sia dispersione nell’ambiente dello stesso.
3 – Immunizzare il soggetto in modo che in futuro non possa contagiarsi con lo stesso agente patogeno.
4 – far si che l’agente patogeno diminuisca fino a sparire non avendo più soggetti sensibili all’infezione.

La domanda scientificamente corretta da porsi attualmente è: i vaccini che stiamo usando rispondono ai criteri menzionati prima? La risposta ce la darà solo il tempo in quanto, sono prodotti nuovi usati da poco tempo e i cui effetti protettivi sono da valutare a posteriori, per cui, prima di trarre conclusioni affrettate bisogna vedere i risultati a lungo termine.

Un discorso a parte meriterebbe l’uso di questi vaccini in persone anziane (Rif.) e in donne in gravidanza o in allattamento (Rif.). Su questo ci sono linee guida molto chiare in tutti gli stati e qualche esempio lo si può leggere nei riferimenti sopra riportati.

In Svizzera abbiamo l’Ufficio Federale di Sanità Pubblica che ha un sito dove sono presenti le risposte alle domande più frequenti e che è molto chiaro per farsi un’idea a riguardo dei vaccini disponibili in Svizzera (Rif.)

Siamo comunque fortunati perché, grazie all’ingegneria genetica, abbiamo a disposizione anche i sieri a base di anticorpi monoclonali anti-COVID che sono quanto di più efficace sia stato scoperto e messo a disposizione per combattere la malattia negli stadi iniziali. Sono talmente efficaci da provocare la guarigione in pochi giorni (Rif.).

S.S.